Bartender | Marcello Quintini
Tecnica | Stir
Bicchiere | Tumbler basso
Il cocktail più rappresentativo dell’aperitivo italiano, un altro Unforgettable della lista IBA, oggi vi racconto di sua maestà il Negroni. L’ipotesi più accreditata vuole che l’anno di nascita si aggiri intorno al 1920 e nasca grazie ad un incontro tra il conte Camillo Negroni e il suo barista di fiducia Fosco Scarselli al Caffè Casoni di Firenze.
Il conte, gran bevitore e uomo di mondo, è vissuto tra New York, dove conobbe nel periodo del proibizionismo l’arte della miscelazione, Londra, dove si innamorò del gin, e Firenze, che già conosceva il bere all’americana (miscelare più elementi insieme) e sicuramente l’Americano, che divenne la base perfetta alla quale aggiungere il distillato tanto amato dal conte.
Così prende vita “l’Americano alla moda del conte Negroni”, diventato poi “Negroni”, il cocktail pre-dinner italiano più bevuto al mondo. Se vi dovesse incuriosire la storia del conte, vi consiglierei di leggere “Negroni cocktail, una leggenda italiana” di Luca Picchi.
Ingredienti
- 30 cl Vermut Rosso
- 30 cl Bitter
- 30 cl London Dry Gin
- Guarnizione: fetta d’arancia
Commenti
Vermut Rosso – C’è chi sostiene che la ricetta originale indichi il Martini e chi il Carpano, io prediligo il secondo. Carpano Antica formula è tra i miei preferiti.
Bitter – Utilizziamo il Campari. Oggi giorno esistono molti twist o varianti di questo drink, ma l’elemento che più difficilmente vedremo mancare è il bitter, che contraddistingue questo cocktail centenario donandogli quella nota amara perfetta per un aperitivo.
Gin – Quello che vi consiglierei di fare, quanto meno nei primi approcci, è di non utilizzare gin particolarmente complessi e ricchi di botaniche, poiché andrà a miscelarsi con prodotti che rischiano di coprirne o di non risaltarne alcune sfumature. Gordon’s London Dry per tanto è un valido prodotto da utilizzare in questo caso. Nel mio caso specifico ho utilizzato il Tanqueray.
Preparazione
Il Negroni, si può preparare facilmente con tecnica build, ovvero versando direttamente nel bicchiere gli ingredienti.
Quello che però dovete sapere è che per questo drink la diluizione fa la differenza e rende amabile un cocktail altrimenti dal tasso alcolico molto alto e non gradito ai più.
Io utilizzo la tecnica stir. Si può fare direttamente nel bicchiere (tumbler basso) o, come nel mio caso, utilizzando un mixing-glass.
Riempio di ghiaccio sia il mio mixing-glass che il tumbler dove verserò il drink.
Una volta freddi, colo l’acqua formatasi nel mixing-glass e verso i tre elementi, vermut, bitter e gin.
Controllo che il liquido non superi il ghiaccio, altrimenti ne aggiungo.
Con un bar-spoon muovo il liquido in senso rotatorio fino alla diluizione desiderata.
A questo punto, colo l’acqua formatasi nel bicchiere e ci verso il drink aiutandomi con uno strainer.
Ultimo passaggio, la guarnizione: aggiungo una fettina d’arancia.
Cheers!
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