Sempre un poco al limite delle date di consegna ecco la mia proposta per la sfida MTC68. Perrchè dal momento in cui viene dichiarata la ricetta, c’è tutto il tempo dello studio, della lettura e della pratica. Dei fallimenti e delle indecisioni. Poi si arriva…sul filo di lana. Specialmente se le ricette non sono così semplici come quella che ha scelto Francesca: Cannoli e Cannoncini.
Inoltre c’è anche la dedica da fare e altro tempo da dedicare a riflessioni e scrittura.
Un bel modo di “spingere” a scrivere un post che non sia solo la mera esecuzione della ricetta, ma offrire qualcosa di più. Una scuola nella scuola. La scuola di scrittura.
La dedica per questi due cannoli è rivolta ad una persona speciale: Lea. Lea è mia zia, ma io la considero come una seconda mamma. Negli anni 60, gli asili nido non esistevano ufficialmente e per le madri, come la mia, che dovevano andare a lavorare, l’unica possibilità era quella di essere supportate dalla famiglia. Ma Milano non era la campagna in cui tutti i componenti della famiglia vivevano insieme in cascina in forma di comunità. Quindi senza asili e senza famiglia, mia madre (fu “costretta”?) scelse di portare i suoi figlioli da sua madre, la nonna. A qualche centinaia di kilometri di distanza.
A La Spezia vivevano la nonna, il nonno e la zia “zitella”. Bellissima donna, autonoma e ribelle. La mamma veniva una o due volte l’anno a trovarci.
Ed è la zia Lea quindi che per tanti anni, mi ha pettinato la mattina, accompagnata a scuola o aiutato a fare i compiti nella “grande cucina”. Da lei ho imparato a ridere, ad essere autonoma e…a disegnare.
Negli anni 60, succedevano cose che adesso sembrano impossibili. Ad esempio non c’era il frigorifero e ci facevamo portare a casa le barre di ghiaccio per refrigerare. Un carrettino veniva e portava il latte in grandi contenitori e si usciva per andare a ritirare la propria “dose”.
E così veniva a casa una volta ogni tanto, una signora che portava dei fiaschi con acqua di rosa, con cui le donne di casa si profumavano. E la sera, invece di guardare la tv, con la zia si ricamavano i sacchetti che contenevano la lavanda raccolta nei campi, per profumare la biancheria.
Ecco i miei cannoli vogliono richiamare questi profumi, legati a questa piacevole convivenza. I miei cannoli sono riempiti con Crema alla Lavanda e crema all’acqua di Rosa.
La zia Lea oggi ha 98 anni e fino a due anni fa viveva da sola, si arrampicava sui davanzali delle finestre per sistemare le tende. Andava a fare la spesa e si occupava di sè stessa. Un ictus, per fortuna leggero, l’ha costretta ad andare a vivere in una casa di riposo, dove cerco di andare a trovarla almeno una volta al mese. Ancora adesso è un piacere stare insieme a lei, ed è ancora una delle poche persone che riescono a farmi ridere.
alessandra
ma che bella dedica, Antonella! E’ uno spaccato dela vita dei “nostri tempi”, quando erano in tanti gli amici che passavano intere settimane in queste famiglie allargate, presso zie nubili o senza figli che si prendevano cura dei loro nipoti con una dedizione materna. E quei gesti lenti, di giornate che eravamo “costretti” a vivere senza distrazioni (la TV iniziava nel tardo pomeriggio e quello che non era “per ragazzi” era automaticamente vietato) e che ora rimpiango cosi tanto, per tutti gli insegnamenti che mi hanno dato e che non mi è stato possibile trasmettere a mia figlia. Questi cannoli sono una prosecuzione della stessa poesia che ho respirato nel tuo post, delicati e gentili, come i ricordi lontani. Un abbraccio alla zia e mille complimenti a te!
Francesca Lanuova
Antonella come mi è piaciuto il tuo post, delicato e poetico proprio come i cannoncini che hai preparato. Quelle creme profumate di fiori le riesco ad immaginare in tutta la sua bontà mentre vedo una bimba e una zia intente a ridere dentro una calda cucina! Ho molto apprezzato il tutto,grazie