La Quinoa è spesso, erroneamente, considerata un cereale. In realtà è una pianta erbacea appartenente alla stessa famiglia degli spinaci e delle barbabietole. E’ una pianta tipica dell’America del Sud, originaria del territorio del lago Titicaca e coltivata nelle regioni andine da più di 5000 anni. Era definita da Inca e Maya grano de oro.
Nel sedicesimo secolo, fu vietato da parte dei conquistatori spagnoli, l’uso della Quinoa, nel tentativo di eliminare i riti sacri che l’accompagnavano e distruggere la cultura di quel popolo.
Ogni famiglia però, nascose i semi conservandoli nel tempo, mantenendo la possibilità di coltivarla e dopo molti anni tornare sulle loro tavole e a riprenderne la coltivazione.
Da qualche anno si è ampliato l’uso di questo prodotto nelle diete, di tutto il mondo. La coltivazione permane prevalentemente in Sud America, negli Stati Uniti, in Europa, in Asia e in Africa.
Nel 2013, l’ONU ha dichiarato «Anno Internazionale della Quinoa». La FAO ha indicato la Quinoa come una coltura alternativa utile all’umanità per risolvere i gravi problemi di malnutrizione nel mondo.
Dal 2014 sono state portate avanti dall’Università e Cattolica in Lombardia, nel pavese sperimentazioni di coltivazione della Quinoa in Italia. Gli obbiettivi principali sono stati quelli di individuare le varietà di Quinoa più adatte alle condizioni pedo-ambientali dell’Italia Settentrionale e di definire la tecnica di coltivazione più adeguata. Le attività di ricerca sono iniziate nel 2014, con 24 varietà in campi di confronto varietale e due varietà coltivate in pieno campo. Nel 2015 sono state testate le migliori varietà del precedente anno, insieme a 5 nuove acquisizioni.
Solo 12 cultivar, tra le 24 appartenenti alla collezione varietale, hanno raggiunto la maturazione fisiologica. i risultati non sono stati molto soddisfacenti.
Dopo di allora altre sperimentazioni sono state portate avanti, per la selezione della cultivar più adatta al clima italiano. Attualmente buoni risultati sono stai riscontrati in coltivazioni nelle Marche, in Toscana e in provincia di Ravenna.
E’ importante acquistare un prodotto coltivato in Italia, per l’impatto ambientale derivante dalle importazioni nei confronti di un prodotto locale, evitando il consumo necessario al suo trasporto. Inoltre oggi, a causa dell’aumento di domanda da tutto il mondo di Quinoa, i prezzi di questo seme sono aumentati in maniera esponenziale e le popolazioni autoctone che prima consumavano regolarmente questo pseudo-cereale, ricco di valori nutrizionali, ora non possono più permetterselo impoverendo così la loro dieta.
Dato l’aumento della domanda, gli agricoltori hanno inoltre introdotto coltivazioni estensive che impoveriscono il suolo e per contenere la conseguente riduzione di produzione un uso indiscriminato di fertilizzanti chimici che aumentano l’inquinamento oltre che dell’ambiente, anche del prodotto.
Ingredienti
1 uovo normale
70 g di burro ammorbidito
200 ml estratto di mela (2 mele)
1 cucchiaio di miele
250 g farina di farro
100 g di Quinoa cotta, pesata prima di cuocerla
1 cucchiaino di cannella
1/2 cucchiaino di polvere di vaniglia
1 bustina di lievito di birra disidrato
q.b sale
70 g mirtilli rossi disidratati
Procedimento
Preriscaldare il forno a 180.In una grande ciotola mescolare l’uovo, la noce di burro ammorbidito, l’estratto di mela e il miele fino a che non sia completamente emulsionato. Aggiungere la Quinoa cotta e gli ingredienti secchi. Una volta combinati, inserite la frutta disidratata.
Far cadere 1 cucchiaio di pasta sul foglio di cottura e ripetere fino ad esaurimento dell’impasto. Volendo appiattire delicatamente con il retro del cucchiaio. Cuocere i biscotti per 20 minuti fino a quando i bordi sono dorati. Lasciare raffreddare e servire.
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