Adoro le farine, devo contenirmi comprarne perchè a volte mi lascio affascinare e poi non riesco ad usarle prima che le farfalline riempiano la ma cucina. In modo particolare quelle non industriali che non hanno conservanti e durano di meno. Con questo caldo poi. Adesso ho imparato a tenerle in frigo. Ho un cassetto apposito.
Ci sono e farine di ceci, di farro, di avena, la 0, la 1, la 2, quella ai sei cereali e quella integrale. Dimenticavo il Kamut e quella di riso.
Non so perchè resto così incantata da quelle nuvole di farina, e dagli impasti che ne possano derivare. Impastare, sentire la morbidea sotto i polpastrelli e vedere poi i risultati e una cosa che mi gratifica. Che mi piace.
Adoro i colori, certi rossi, ma anche i verdi, i gialli, tutte le sfumature del viola. Ecco quando i colori incontrano la farina, non posso proprio resistere anche se il cassetto è pieno. I colori naturali ovviamente.
Così un giorno ho comprato la farina di piselli. Una farina di un bel verde pastello. Ma che farne? Pensavo di aggiungerla ad una farina 0 per avere un buon risultato. Forse un pane o della pasta.
In attesa di prendere una decisione mi sono imbattuta per caso in un libro: “Alchimie in cucina: Ingredienti, tecniche e trucchi per piatti che sembrano magie” di Shamira Gatta e ho scoperto come renderla adatta ad essere impastata.
La farina di piselli è la polvere che si ottiene dalla macinatura del seme essiccato e decorticato. Mediante apposite mole, i piselli secchi vengono privati del rivestimento fibroso e, con appositi buratti, separati da: tegumento, germe e farina di lavorazione. La destinazione culinaria “tradizionale” della farina di piselli è la preparazione delle zuppe, ma non volevo farne una.
Dal libro ho appreso che se la farina subisce un processo di riscaldamento, detto “denaturazione” diventa una farina adatta agli impasti e così ho fatto.
Tagliatelle piselli, panna e prosciutto | Ricetta ed ingredienti dei Foodblogger italiani
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