
Settimana scorsa per caso passavo vicino a Piazza Duomo, a Milano.
Un uomo, in un angolo vicino alla fermata dell’autobus stava offrendo i propri prodotti ai passanti. Non chiedeva l’elemosina, offriva i propri prodotti in cambio di un soldo, senza guardare se il soldo era un euro, due euro o 10 centesimi. Comunque, quando prendevi un suo lavoro e lasciavi il soldo inchinava la testa in segno di ringraziamento e continuava a produrre dei piccoli capolavori. Forse era straniero o forse no. Non ti guardava in faccia, forse per timidezza o paura, o chissà.

Con barbabietole, sedano rapa e carote, intagliava fiori ed uccelli. Davvero dei capolavori. Mi chiedo perché con tale manualità sia all’angolo di una strada a soffrire il freddo, le mani ghiacciate per lavorare le verdure, e acqua ghiacciata per mantenerle fresche.
Con tutte le nostre restrizioni date dalla normativa usl, e non solo, non mi verrebbe in mente di mangiare questi prodotti lavorati ed esposti su un polisterolo per terra, ricettacolo di microbi e polvere. Ma ne ho comprati due, perchè lui era cosi bravo e le creazioni cosi belle.
Non potevo offrirgli altro.
Mi chiedo, perché una persona cosi brava in manualità, non si trova in un ristorante a lavorare sui suoi prodotti? Per i pregiudizi che ci perseguitano: “mendicante e straniero” o per una sua scelta di libertà?
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